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Diana Maria Rosati, la Signora dei Cristalli

Incontro con Diana Maria Rosati, autrice del libro Spirito e Anima, edito da Venturaedizioni (marzo 2024)




Diana Maria Rosati è una donna poliedrica come i cristalli di cui è innamorata, oltre ad esserne una grande esperta. A Jesi, dove vive, è nota come la Signora dei Cristalli grazie alla “sua Torretta”: una torre suggestiva delle vecchie mura della città dove ha allestito una mostra personale permanente di cristalli, che è possibile visitare tramite prenotazione.

Solare, luminosa, raggiante e indomita: nelle sue vene scorre sangue argentino. Sensibile, ricettiva, votata alla bellezza: nel suo nome Diana un po’ di mistero lunare e di luce crepuscolare. Un po' di Artemide e di selvatichezza nella caccia alle trame invisibili della vita.

Il nostro primo incontro è avvenuto sotto un cielo con i migliori auspici: in riva al mare, praticando yoga, con un doppio arcobaleno davanti che si è palesato all'improvviso, senza nemmeno aver piovuto! Tant'è. Ci siamo frequentate grazie allo yoga, alla città di Porto Recanati e a quella certezza di parlare la stessa lingua al di là delle sfaccettature diverse.



Quando un giorno Diana mi ha chiesto se fossi disponibile a leggere in anteprima il suo libro e scriverle la Prefazione - che poi è diventata la Postfazione nella versione definitiva - ho avuto il presentimento che non sarebbe stata una "cosa banale" ... Diana è un catalizzatore di energie, come i cristalli appunto. La bozza del libro la lessi tutta d'un fiato, incuriosita da quella trama così sensazionale che, sentivo, avrebbe scoperchiato qualche colpo di scena a livelli che ancora non sapevo decifrare. E mi sono immersa nella lettura vivendo la storia e dimenticando completamente l’onore e l’onere della prefazione. Non mi è stato difficile, da lì a breve, scrivere ciò che è scaturito fluente dalla voce del cuore.

Nel giro di poco tempo da tutto questo, mio padre lascia il corpo fisico, un evento a cui non ero così pronta, benché consapevole della naturalezza con cui la vita conduce agli accadimenti, sempre quando si è in grado di sopportarli, trasformarli e amarli. Ecco che mio padre improvvisamente era diventato un antenato a tutti gli effetti, riprendendo la forma invisibile e luminosa dalla quale tutti procediamo e verso cui torniamo. Il libro di Diana ha fatto da spartiacque a questo momento, come se dovessi vivere quelle pagine fino in fondo, incarnarle e trasudarle, anche se la Prefazione l’avevo già scritta.

Ringrazio Diana per l’opportunità che mi ha concesso, di lasciar parlare ancora una volta la lingua universale della Poesia, di cui anche il suo libro è impregnato. Ho dato in custodia i versi di una mia poesia inedita (Invocazione all'Invisibile), che ora respira tra le righe del libro di Diana. Durante la presentazione del libro, avvenuta il 30 maggio a Jesi presso l’Ortolibreria di Via Gramsci 3, alla domanda: “Che cosa hai lasciato andare dopo la scrittura di questo libro?” Diana ha risposto:


“Niente, ho accolto e ricevuto tanto da tutte le donne di questa storia”.

Diana è questo: un contenitore di amore, una vacuità in grado di accogliere con gratitudine ogni evento della vita e sentirsi fortunata. Certo, gli eventi possono remare pro o contro, ma l’appagamento è una conquista interiore, nello yoga si chiama Santosha (riuscire a stare con ciò che il momento presente riserva con contentezza).


Poi, durante uno scambio di messaggi il giorno seguente la presentazione, Diana ritorna su quella domanda e mi confida: “Sì, ho accolto tanto, tanti pezzi delle donne protagoniste della storia, ma ho anche lasciato andare”.


Lasciato andare cosa?


“Ho lasciato andare il giudizio. Diamo giudizi con una facilità incredibile: sulle cose, sulle persone, sui fatti, quando invece ci dovremmo mettere veramente al posto dell'altro per comprendere cosa realmente sta succedendo, dietro alle apparenze. Questa storia mi ha insegnato che bisogna essere più accorti, più sensibili e non giudicare tanto facilmente, questa è la lezione che ho appreso”.

Ecco, Diana è anche questo: una donna sempre pronta a mettersi in discussione e a imparare, con una umiltà molto rara di questi tempi.

Un monito, un indizio, più che mai importante. Ricordare che dietro ogni persona (in latino persona vuol dire “maschera”) c’è un’anima, magari ancora inascoltata, degna di silenzio dietro ogni facile interpretazione o insensibile verdetto.

 

Approfondimento del libro sul Blog


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